venerdì 13 giugno 2014

Quando il suono si fonde con l'immagine

Soundtrack consigliata per la lettura (headphones recommended): Ben Frost - Forgetting You Is Like Breathing Water


Quando sentiamo dei suoni, non per forza  una canzone, ma anche semplici rumori come il fruscio delle foglie o il rombo di un tuono, è plausibile che la nostra mente visualizzi un' immagine associata a quel suono. 
Tuttavia ciò non accade tutte le volte che sentiamo dei rumori, altrimenti saremmo costantemente sottoposti ad un perpetuo flusso di immagini nella nostra testa, ed evidentemente non è così.
Tutto dipende dalla nostra apertura e interesse verso ciò che ci circonda: in altre parole se un suono ci piace, o in qualche modo rientra nella sfera dei nostri interessi,  allora il nostro cervello sarà più predisposto all'elaborazione dello stesso, e con buone probabilità all'associazione di un' immagine. Questa situazione di “convivenza sensoriale” ( sinestesia, in psicologia ) è essenzialmente involontaria, ma alcuni artisti (nel campo della musica elettronica di un certo tipo) sfruttano questa sensibilità percettiva del cervello umano, proponendo all’ascoltatore uno spettacolo che unisce immagini e musica.

Alva Noto live - Fonte: Flickr

Beh il risultato è un'insolita esperienza sensoriale, soprattutto se la storia che l’artista proietta e quella che tu crei nel tuo cervello coincidono.
 La filosofia dell’audio/video è abbracciata da moltissimi live performer al giorno d’oggi,  perché un video proiettato alle proprie spalle è comunque un elemento scenografico, però quando si parla di audio/video, non si può non pensare alla  Raster Noton, etichetta discografica di musica elettronica tedesca fondata nel 1999, il cui target musicale si focalizza su una ritmica non convenzionale, un compromesso tra Noise e Drone Music unico nel suo genere.
Alva Noto (Carsen Nicolai)  è uno dei fondatori della label teutonica, e i suoi show sono di una complessità quasi straziante: in pieno stile Raster Noton, unisce suoni d’influenza glitch e noise con texture minimaliste che tendono a seguire le leggi della della cimatica, teoria che dimostra “l’effetto morfogenetico delle onde sonore”.


Il cofondatore dell’etichetta insieme a Carsen è Herr Olaf Bender, meglio conosciuto come Byetone. Compositore e artista grafico, influenzato dalla corrente culturale della Bauhaus,  progetta geometrie sonore e visuali che si sposano alla perfezione l'una con l'altra. 
Credo sia evidente che questo genere di musica non sia concepita semplicemente per "far ballare", ma piuttosto per stimolare l'immaginazione, attivare i sensi, come afferma Byetone stesso in un intervista per Soundwall riguardo il suo album Symeta:"Come detto, l’argomento centrale della mia musica è il ritmo, ma spesso c’è un solo battito o una singola scansione ritmica per traccia, che può anche essere monotona e statica, oppure meditativa. D’altra parte, ci sono brani che ti costringono a muoverti, ma non è questo il mio scopo principale. Penso che ci siano più possibilità d’espressione all’interno del ritmo oltre alla musica dance."




Non credete a tutti gli stereotipi sulla musica elettronica che al giorno d'oggi mettono in castigo in un angolino tutto il mondo del clubbing e ciò che ne deriva: l'elettronica non è solo un pretesto per "fare festa", ma è musica intelligente, che scava nel profondo della tua coscienza e poi si diverte a vedere la tua reazione. Apritevi verso di essa:

(headphones recommended)

Byetone - Symeta


Golden Elegy




Alberto Gianelli





martedì 27 maggio 2014

Intervista a Enrico Cosimi


Qualche mese fa mi sono imbattuto in una serie di video su Youtube : “il giro del
sintetizzatore in 80 giorni”, 80 video da circa 5 -10 minuti l’uno in cui un signore spiega come funzionano queste macchine affascinanti: son stato subito rapito dalla retorica di questo “signore” , mi sono informato su chi fosse, e l’ho contattato su Facebook dopo poco tempo. Enrico Cosimi (AKA Tau Ceti) oltre a essere professore di musica elettronica, diplomato al conservatorio di pianoforte e dottore in topografia antica, è una persona dall’estrema disponibilità, e sono onorato di poter pubblicare una sua intervista riguardo alla digitalizzazione nella produzione di musica elettronica, che ha deciso di rilasciarci durante il Torino Synth Meeting del 25/05/2014, buona visione.


Alberto Gianelli



martedì 13 maggio 2014

Music Broadcasting: Boiler Room e Ustream


Un fenomeno che si sta verificando in questi ultimi anni, e in tempi recentissimi sta prendendo piede, è lo streaming di eventi musicali: se a New York c’è una serata interessante con degli artisti che ti piacerebbe ascoltare dal vivo ma non hai voglia di farti 12 ore di aereo per andarci, beh probabilmente puoi farlo con un click, e anche in tempo reale!
 La Boiler Room è sicuramente la più nota organizzazione di “teletrasporti” che facilita la vita a molti appassionati di musica elettronica (non commerciale). 
Logo Boiler Room - Fonte: Wikipedia

Insediandosi nelle più note metropoli nel pianeta (Londra, Los Angeles, Berlino, New York, Chicago)  impacchetta serate targate appunto “Boiler Room” letteralmente basate sullo streaming, in cui gli ospiti (selezionati con gusto da un panorama spesso di nicchia) fronteggiano una telecamera dando le spalle al pubblico, in modo che da casa si possa avere una panoramica completa di cosa fa il dj e come reagisce la gente alle sue spalle.




Bello, io comodamente dal divano di casa posso godermi la festa senza troppe fatiche, senza comprare biglietti e senza fare coda all’ingresso. In effetti è un gran servizio quello che offre questo progetto di streaming, ed è anche versatile, poiché oltre a trasmettere eventi in tempo reale, il sito mette a disposizione tutto l’archivio delle registrazioni passate, e quindi io , utente curioso e appassionato, posso andare a vedere come suona Tizio, e come suona Caio quando voglio, e gratis. 

clicca per visualizzare l'archivio Boiler Room 


Sono nate accese discussioni su come questo tipo di feste vadano a discapito del gusto tradizionalista di andare a ballare, o a sentire un musicista dal vivo, ed effettivamente il fattore contatto musicista - audience è decisamente inibito, e tutto sembra troppo “infiocchettato” per privilegiare il risultato in camera piuttosto che quello sulle persone che solo lì in quel momento. Tuttavia credo che questo tipo di approccio non voglia togliere niente a nessuno, anzi fornisce un punto di vista in più a tutti coloro che si interessano di musica.


Tutte le associazioni che offrono uno streaming online in tempo reale, come anche la Boiler Room sopracitata, utilizzano un servizio internet gratuito che permette a chiunque di poter trasmettere online le proprie performance (non obbligatoriamente musicali), creando un link dedicato con la possibilità di “live chatting” tra gli spettatori online: si tratta di Ustream, progetto creato nel 2007 per necessità di stabilire una comunicazione “molti a molti” tra i fondatori, in guerra in Iraq, e i loro familiari. 


Esempio di broadcast con Ustream - Fonte: Flickr

Grazie a questa accessibilissima piattaforma sono nate milioni di organizzazioni, più o meno amatoriali, che organizzano i propri broadcast, e da non molto ne ho conosciuta una che opera spesso in territorio torinese: Televisione Pirata. Nel loro  sito potrete trovare interessanti progetti come ad esempio "Understudio" e una sezione “diretta”.

Alberto Gianelli


domenica 27 aprile 2014

L'evoluzione della musica elettronica in 500 parole

Ecco un breve consuntivo di eventi che riassumono (drammaticamente) la storia della musica elettronica.

Leggete, ascoltate, approfondite.


LE ORIGINI

La musica elettronica ha origini molto più remote di quando si possa pensare: fin dal 1700 iniziano i primi esperimenti di natura elettrica, con cui si provava a riprodurre suoni più o meno orecchiabili utilizzando strumentazione assolutamente non concepita per la produzione musicale.
dopo quasi un secolo di tentativi, si incomincia ad assaporare qualcosa di concreto grazie a Thaddeus Cahill che nel 1897 inventa il Telharmonium, il primo strumento musicale elettronico. 200 Tonnellate di dinamo e interruttori, che per ovvi motivi pratici non avrà un gran successo commerciale. 

Telharmonium 1897 - Fonte: Wikipedia

ANNI '30

Dopo il “via” dettato dal mastodontico Telharmonium, si susseguono una serie di strumenti di interessante fattura: Theremin(1919), Onde Martenot (1928) e Trautonium (1929).
Un fatto importante da notare è che fino agli anni 30 circa la “musica elettronica” é semplicemente un mezzo d’avanguardia per riprodurre il repertorio classico di un tempo. Le cose cominciano a cambiare con l’invenzione della registrazione su nastro magnetico, che permetteva la memorizzazione e la ripetizione di suoni. Pierre Schaeffer ne approfitta subito e decide di costruire ritmiche assemblando su nastro rumori registrati dal mondo esterno: la musica concreta.
Alla corrente del francese si accosta la filosofia di Karlheinz Stockhausen, che riproduce i suoni che Schaeffer avrebbe registrato, utilizzando esclusivamente macchine elettroniche.



Pierre Schaeffer - Fonte: Wikipedia

Karlheinz Stockhausen - Fonte: Wikipedia


ANNI '60

 Le buone e care valvole vengono sostituite dai transistor: la creazione di circuiti integrati fa si che il musicista non debba chiamare un camion dei traslochi per spostare lo strumento, ma possa trasportarlo molto più comodamente.
Robert Moog si è guadagnato il titolo di pietra miliare per questo periodo storico, grazie all’invenzione dell’omonimo strumento: il Moog (1964) è il primo sintetizzatore che spopola incredibilmente e diventa un vero marchio commerciale.


Robert Moog - Fonte: Failedmuso.com

ANNI '70

 Entra in scena il microprocessore, che rende la vita del musicista decisamente più semplice: capacità di controllo del suono proveniente da fonti analogiche e di generazione dello stesso. Incominciano a comparire i primi computer sulle scrivanie dei compositori, che ottimizzano la produttività in studio. in questo periodo cambia anche la location degli eventi musicali elettronici: dalla sala da concerto al club. Sicuramente l’elemento di connessione tra questi due mondi sono i Krafwerk, band tedesca che sconvolge la percezione della musica elettronica, proponendola semplicemente in una vena più ritmica e funky. 




 ANNI '80 - '90 - 2000

 Il caos: entra in scena la figura del DJ, che propone pezzi al pubblico mixandoli con personalità. Chicago crea l’House, Detroit crea la Techno e entrambi i generi influenzeranno Berlino, Manchester, Londra e Roma. Insomma, una marea di generi, sfumature e interpretazioni si può definire l’elettronica degli anni 2000. 
Per cercare in qualche modo di non annegare in questo oceano di musica, vi lascio un elenco di alcuni artisti che a parer mio hanno scritto e stanno scrivendo la storia della musica elettronica contemporanea, così i più interessati potranno saperne qualcosa di più.

Kraftwerk
Juan Atkins
Kevin Saunderson
Derrick May
Carl Craig
Jeff Mills
Robert Hood
Mad Mike
Drexciya

venerdì 18 aprile 2014

Alberto Gianelli - Experience I


Vi propongo una delle mie ultime produzioni "caserecce": un misto di drone-noise,che ricrea un paesaggio surreale a tratti ansiogeno, con ritmiche spezzate e distorte: realizzato interamente con Virtual Instruments e MIDI.

Buon ascolto.

Alberto Gianelli

mercoledì 16 aprile 2014

Video di presentazione della pagina

Ecco un semplice video di presentazione che anticipa gli argomenti principali che saranno trattati su questa sezione!




venerdì 11 aprile 2014

Traduzione de: “Jeff Mills is the man from tomorrow“

Ciao a tutti ragazzi,
 pensavo fosse "doveroso" pubblicare la traduzione di uno degli ultimi articoli pubblicati su DazedDigital : l' intervista al leggendario DJ Producer Jeff Mills , ci presenta il nuovo film creato con Jacqueline Caux: " Men From Tomorrow"

Jeff Mills is the man from tomorrow
Il Fautore appassionato dello spazio e leggendario  pioniere della Techno Detroit parla del suo nuovo documentario realizzato insieme a  Jacqueline Caux
Jeff Mills
Fonte: Flickr
Jeff Mills è DJ e produttore da 34 anni. Nato a Detroit ma cresciuto a Chicago, fu uno dei fondatori della leggendaria etichetta Detroitiana Underground Resistance e adesso ne dirige una tutta su: Axis Records. Jeff ha iniziato una collaborazione con la regista francese Jacqueline Caux per “Man from tomorrow”, un nuovo film che usa un approccio non narrativo per trasmettere le idee di Mills sull’umanità, il futuro e la sua esperienza personale come creatore. La minimalista e visionaria colonna sonora di Mills, si sposa alla perfezione con i momenti di isolamento e di lentezza catturati dal Caux. Abbiamo parlato con Mills riguardo Man From Tomorrow, il futuro e gli aspetti esistenziali di essere un DJ che ha viaggiato il mondo per trent’anni.

Dazed Digital: come vi siete incontrati tu e Jaqueline?
Jeff Mills: ho incontrato Jaqueline a Parigi grazie a conoscenze comuni. Volevamo creare un film che fosse rappresentativo dell’aspetto psicologico di chi ha a che fare con la musica elettronica, e provare a creare un film mai fatto prima.  Ci sono documentari sui DJ in movimento - sai in giro a suonare o cose simili, ma noi volevamo fare un film che provenisse  da una prospettiva diversa. Nella vita di un DJ ci può essere molto di più che programmare o proporre musica alla gente - forse ci dovrebbe essere più  analisi della sfera psicologica e della struttura mentale delle persone.

Jacqueline Caux, Jeff Mills
Fonte: Flickr
DD : la tua recente produzione sembra quasi un’avventura in un universo parallelo ed è apertamente influenzata dalla fantascienza e viaggi nello spazio .Questa seguirà la stessa linea guida ?
Jeff Mills : Sono sicuramente influenzato dall’era dello sci- fi e dal suo messaggio . Quello che sto cercando di fare è di guardare a ciò che la gente vuole veramente venendo a questi parties: cosa vogliono dalla musica e cosa si aspettano? Vogliono che la loro mente sia trasportata in un altro posto . Un po ‘ come un buon sci- fi fa. Cerco di creare un percorso che si basa sulla creazione di qualcosa che permetta a qualcuno di disfarsi di tutto, creare diversi punti di vista su ciò che è la realtà . Per quanto ci piaccia pensare che non siamo nello spazio , siamo su un pianeta che galleggia in esso . Se ti piace la musica elettronica o no , tutto è legato allo spazio . Ho pensato che forse il motivo per cui continuo a fare musica dovrebbe essere per una ragione più rilevante , che include domande più ampie . Circa dieci anni fa ho deciso di non concentrarmi sul fare " dance music" . Se si può ballare allora fantastico , ma volevo fare qualcosa di stimolante . Non sto dicendo che tutta la musica elettronica dovrebbe essere così , ma ci sono abbastanza produttori e abbastanza DJ là fuori . Dovremmo considerare questioni più ampie e usare la musica per parlare alla gente al di fuori del club .

DD : Questa non è la tua prima incursione nelle colonne sonore di film . Hai firmato due film di Fritz Lang: “Metropolis” e  “Woman In The Moon”. Come si differenzia il processo per Man From Tomorrow da quei due film ?
Jeff Mills : Questo film non ha richiesto nessun processo di ricerca, perché lo sto vivendo .Ci sono servite solo un sacco di discussioni con Jacqueline, in circa diciotto mesi, per tradurre con precisione la vita che stiamo vivendo in questo momento , dov’è il “domani”, e a che cosa assomiglia . Principalmente la discussione era sul fatto che la mia vita è come il risultato di essere coinvolti nella musica , e in seguito nello spazio e nella scienza fastidiosamente . Dovevo concentrarmi su quello che penso e credo delle persone ,su quello che spero che loro ricevano dall’ascolto della mia musica , e come avrebbero usato ciò per aiutarsi nella loro vita . Come fa la mia musica a fornire uno scopo nella società? Sai ,io sono lì, ma non proprio con le persone . E 'diverso da essere in una rock band quando tutti si canta insieme e c'è un elemento di spettacolo - da dj, la messa a fuoco è più semplice , tu sei il responsabile  della musica , la musica è una terza persona invisibile che devi controllare e gestire .

DD : in “A Man From Tomorrow “, appari come un protagonista isolato , immerso nella luce o avvolto nell’ ombra . Non sembri triste, solo sospeso mentre il mondo vive attorno a te.
Jeff Mills : Alcune persone possono vederlo come fossi triste , ma è solo la conseguenza di questa professione . Quando lo si fa per così tanto tempo , non è proprio una questione di sapere se vi piace ancora farlo o meno. Lo faccio istintivamente . Faccio musica dieci volte di più rispetto ai vecchi tempi , comprare musica e aspettare che qualcun altro faccia qualcosa che ti piace, non basta. Quando vai a suonare nelle feste per le persone , devi avere della musica che vada dritto al punto di ciò che vuoi dire . Ciò non significa che debba essere creata appositamente per il pubblico, e per renderla disponibile a tutti, infatti la maggior parte del tempo sto in studio a preparare la musica  per i miei show, per un motivo specifico . Posso sperimentare di più , perché nessuno, oltre a me, possederà quella traccia , o la sentirà di nuovo, quindi c'è meno pressione.

DD : Nel corso della tua carriera , hai viaggiato in molti paesi diversi , per lo più da solo. Questo come ha influenzato la tua visione della vita e della musica ?

Jeff Mills : Ovunque tu vada , le persone fanno diverse ipotesi su di te . Se non aprissi bocca , la gente potrebbe pensare che venga dall'Africa . Queste diverse ipotesi significa che tu a volte assumi le sembianze di personaggi diversi. Quando entri in questa professione , e viaggi tanto come me, non sei più la stessa persona che eri quando hai lasciato la tua città natale, perché i tuoi occhi hanno visto troppo .Mettere dischi davanti alla gente ,e sorseggiare champagne in hotel è solo una parte del processo , ma cosa succede quando si va a casa e tu sei tutto da solo ? A che cosa stai pensando? Che dire quando sei con i tuoi amici e non riesci spiegare qualcosa ? Dovrei essere un maestro della comunicazione.